Attraversando i secoli e le guerre, il giardino è stato sempre recuperato e riportato all'antico splendore, anche quando la seconda Guerra Mondiale, tra le varie distruzioni, ha abbattuto molti dei suoi preziosi alberi.
Arrivati a Palazzo Giusti si oltrepassa l'ingresso cinquecentesco e la sua notevole collezione di epigrafi latine, unica in città, e ci si ritrova subito nella prospettiva del Giardino, che si sviluppa in piano per poi arrampicarsi con scale e sentieri sulle prime pendenze del colle che sovrasta Verona.
Il sapiente gioco di geometrie dei quattro quadranti a lato del sentiero principale richiama il modello a cui si rifà il Giardino di Boboli a Firenze. Percorrendo il viale di cipressi troviamo aiuole, statue antiche, e il bel labirinto del 1786 che ha sostituito l'originale del '500. Arrivando alla base del colle, si sale attraverso terrazzamenti e scalinate che piano piano dischiudono grotte artificiali che vantano pregevoli decorazioni architettoniche e giochi d'acqua in puro gusto rinascimentale.