La mostra raccoglie resti ossei di plantigradi e di strumenti in selce usati per la caccia o per la macellazione delle prede, provenienti da ben sette siti archeologici distribuiti nei Colli Berici.
Sarà possibile ammirare anche uno scheletro di orso delle caverne: Ursus spelaeus, una specie estinta oltre ventiquattro mila anni fa e che in posizione eretta poteva raggiungere i 3,5 metri di altezza massima. Lo scheletro è stato ricostruito con resti ossei recuperati nel corso degli scavi archeologici nella cavità della Grotta del Broion a Longare e conservato al Museo "Piero Leonardi" SMA (Sistema Museale di Ateneo) dell'università di Ferrara.
Il titolo, "Orsi & uomini" riflette non solo una pluralità numerica, ma anche una pluralità di specie presenti nel nostro territorio in un periodo compreso tra i 200.000 e i 23.000 anni fa. Che nelle grotte dei Berici avessero lasciato testimonianza della loro presenza, prima Homo neanderthalensis e poi Homo sapiens era noto, ma che si fossero succedute più specie di orso questo è un dato recente.
Agli aspetti preistorici è affiancato un ricco reportage fotografico "Orsi e foreste" di Silvano Paiola che documenta la presenza in natura dell'orso appartenente alla specie Ursus arctos, segnalata in Europa e recentemente anche nelle nostre montagne. Le riprese sono state eseguite in Finlandia e in Slovenia.