Circa 3200 piante di bosso, disposte su 2.300 metri quadrati, disegnano un dedalo complesso che vuole rappresentare il disordine tipico dell’epoca contemporanea ispirandosi allo scritto di Borges “I giardini dei sentieri che si biforcano”. Ma è osservandolo dall’alto del campanile della Basilica di San Giorgio che potrai facilmente intravedere il suo disegno. Vengono infatti raffigurate due pagine aperte di un grande libro in cui sono riportate in modo speculare le lettere del suo cognome e i simboli più evocativi dei suoi scritti come la tigre, due clessidre, il bastone, gli specchi e un grande punto di domanda.
Cammina tra le sue numerose biforcazioni accompagnato da “Walking the Labyrinth”, la melodia composta per l’occasione da Antonio Fresa ed eseguita dall’orchestra del Teatro La Fenice. Si tratta di una composizione di 15 minuti suddivisa in 4 movimenti dove i ritmi scandiscono la metafora dell’esistenza umana, ma percorsa al contrario: dalla morte alla saggezza, dalla ricerca di sé per finire con la scintilla del principio della vita.