Itinerario letterario attraverso la Divina Commedia

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L'esilio "creativo" di Dante in Veneto


Il Sommo Poeta, di cui nel 2021 ricorre il VII centenario della morte, fu il maggiore letterato del suo tempo ma anche un uomo politico che rivestì rilevanti cariche civiche. Fu proprio la sua adesione al partito dei guelfi bianchi a procurargli, nel 1302, la sentenza che lo obbligò a lasciare per sempre Firenze. Il suo difficile esilio, durante il quale Dante compose la Divina Commedia, lo portò anche in Veneto e qui vogliamo ricordarvi alcuni dei luoghi da lui visitati per ripercorrere insieme i suoi passi. 

La prima tappa dell’esilio fu Verona, dove il poeta fiorentino fu ospite prima di Bartolomeo e poi di Cangrande della Scala, il famoso condottiero al quale dedica un’intera cantica del Paradiso. Tra i luoghi molto cari a Dante il chiostro canonicale del Duomo, la Biblioteca Capitolare e la Chiesa di Sant’Elena, al cui ingresso è posta una lapide che ricorda il giorno in cui il letterato, proprio qui, diede la prima pubblica lettura della sua celebre “Quaestio de aqua et terra”. Altro luogo amato fu Piazza dei Signori, il “salotto di Verona”, da tutti conosciuta come Piazza Dante per la statua del poeta che sembra dominare lo spazio circostante. "Dante a Verona, 1321-2021" è il titolo del progetto con il quale Verona celebrerà il settimo centenario dantesco: mostre, manifestazioni culturali e di approfondimento scientifico, convegni, itinerari turistici per ricordare e onorare il Padre della Lingua Italiana.

Piazza dei Signori a Verona

I passi del letterato fiorentino ci portano poi a Treviso, dove fu ospite di Gherardo da Camino, signore della città. Purtroppo il palazzo in cui risiedeva nel suo soggiorno trevigiano fu raso al suolo in seguito a una rivolta popolare: sulle fondamenta fu successivamente costruito il Convento dell’Ordine dei Servi di Maria, oggi complesso di Santa Caterina, sede dei Musei Civici. A ricordare la presenza del Sommo Poeta resta il Ponte Dante, uno degli scorci cittadini più incantevoli, da Egli talmente amato da venir citato nel IX Canto del Paradiso con il verso: “e dove Sile e Cagnan s’accompagna”. Nel 1865 venne inaugurata una stele lapidea per commemorare la sua presenza in città. A Treviso è sepolto il figlio di Dante, Pietro, che vi morì nel 1364 in circostanze avvolte nel mistero e la cui arca sepolcrale è conservata nella Chiesa di San Francesco.
Ponte Dante a Treviso

Nel suo peregrinare Dante giunse anche a Padova, città che secondo la tradizione fu fondata da Antenore. Al leggendario troiano il Poeta dedica una zona dell'Inferno nel IX Cerchio, denominando Antenora il luogo dove colloca i traditori della patria. Leggenda vuole che Padova sia stata anche scenario dell’incontro del padre della lingua italiana con un altro illustre toscano, Giotto, autore del ciclo pittorico nella Cappella degli Scrovegni. Il presunto incontro volle essere ricordato dalla cittadinanza con la commissione allo scultore Vincenzo Vela di due statue poste nel sottoportico davanti alla Loggia Amulea a dominare con il loro sguardo sapiente Prato della Valle, una delle piazze più grandi d’Europa.

Anche Cittadella, città fortificata a pochi chilometri da Padova, diventa un luogo letterario del Sommo Poeta che nel IX Canto del Paradiso allude alla famosa Torre di Malta posta a sud della cinta muraria, facendo pronunciare a Cunizza, sorella di Ezzelino III da Romano, la famosa terzina

 “Piangerà feltro ancor la diffalta
de l’empio suo pastor, che sarà sconcia
sì, che per simil non s’entrò in malta

Cittadella - la cinta muraria

Il viaggio dantesco in Veneto termina in provincia di Rovigo, dove storia e leggenda si mescolano. Se è vero che nell’estate del 1321, di ritorno da un’ambasceria a Venezia, Dante venne ospitato nel convento di San Basilio di Ariano Polesine, il racconto popolare narra che il letterato, smarritosi in quel labirinto d’acque e di terra che è il Delta del Po, si arrampicò su un’enorme quercia per orientarsi e trovare la strada per Ravenna, dove infine morì senza mai rivedere Firenze. Quella quercia, realmente esistita e citata nel 1548 in un atto notarile, è caduta al suolo pochi anni fa e la sua “reliquia” è conservata in una sala di Palazzo Roncale di Rovigo. Sempre a Rovigo, all’Accademia dei Concordi è conservata un’edizione della Divina Commedia stampata a Venezia nel 1564. Si tratta di un volume riccamente illustrato con il ritratto ispirato al Dante del Vasari, che compare sul frontespizio in un’elaborata cornice a volute con figure alate.
Piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo