Museo del vetro di Murano


Le collezioni del Museo del Vetro, ospitato nell'antico Palazzo Giustinian, sono ordinate cronologicamente: si va dai reperti di epoca romana della Raccolta Archeologica ai manufatti prodotti tra il XV e il XX secolo, con capolavori di importanza mondiale che raccontano il profondo legame che unisce l'isola veneziana alla lavorazione del vetro.

Tra i vetri tipici del XVI secolo, quando le produzioni di Murano cominciano a diffondersi in tutta Europa, segnaliamo il lattimo, vetro bianco opaco simile alla porcellana, e il vetro ghiaccio con la superficie esterna screpolata.

E' nel corso del Settecento però che il vetro muranese vive una nuova stagione con Giuseppe Briati, di cui il Museo conserva molte testimonianze tra cui le chiocche, lampadari di cristallo, i deseri o trionfi da tavola e gli specchi.

Dalla seconda metà dell'Ottocento il vetro soffiato di Antonio Salviati e la riproduzione dei vetri a mosaico romani di Vincenzo Moretti danno nuovi stimoli all'industria vetraia.

Tra le opere più importanti spiccano i vetri smaltati come la Coppa detta Barovier, il migliore esempio conservato al Museo. All'inizio del Novecento, le tradizionali tecniche di lavorazione vengono impiegate in creazioni più moderne come quelle in vetro-mosaico di Vittorio Zecchin. Gli artisti iniziano a collaborare con le fornaci dell'isola per i loro progetti. Ecco gli accostamenti tra vetro e ferro battuto di Umberto Bellotto così come i fantastici tessuti vitrei creati da Carlo Scarpa per Venini.

Nel Secondo Dopoguerra Murano si interessa agli effetti cromatici del vetro ammirabili nelle opere di Ercole Barovier e di Giulio Radi, nelle sculture di Alfredo Barbini e nelle creazioni in filigrana di Archimede Seguso. Il legame tra designer di fama internazionale e le fornaci di Murano si rafforza sempre più, portando isola ad essere la capitale mondiale del vetro.

Museo del Vetro Murano