Turismo letterario

Foto Arcangelo Piai

In viaggio con i libri


Sembra una consuetudine quella degli scrittori veneti: prendere ispirazione dal loro paesaggio per raccontare storie universali di luoghi, persone, sentimenti. Ma anche artisti di fama mondiale hanno ambientato le loro avventure in questi territori. Pensiamo ad Ernest Hemingway che nel suo Di là dal fiume e tra gli alberi racconta il Veneto Orientale, le valli, le pinete e le lagune di Bibione e Caorle.
Archivio Fotografico Caorle.eu

“Delta gigantesco, intricato, meraviglioso”. Così scrive Emilio Salgari ne “I Misteri della Giungla nera”, uno dei romanzi di fantasia dedicati a Sandokan. Se ormai è cosa nota che lo scrittore non ha mai viaggiato nei luoghi dove ha ambientato i suoi romanzi, in pochi invece sanno che l’ispirazione per descrivere il Delta del Gange nasce sull’isola del Boschetto, un tratto del fiume Adige a sud di Verona, che ai tempi era un’area selvaggia e boscosa.

Che dire della "cartolina mandata dagli dei" del poeta contemporaneo Andrea Zanzotto? Nato e vissuto tra le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dedica proprio ad esse queste parole così auliche. La poetica di Zanzotto vive del territorio che lo circonda, il dolce e variopinto paesaggio della Marca Gioiosa et Amorosa, epiteto medievale – ma valido anche oggi! – della provincia di Treviso, famosa per la sua vita spensierata e per il buon vino.

Più serio e austero fu Dino Buzzati quasi a voler ricordare le montagne tra le quali nacque e non dimenticò mai: le Dolomiti Bellunesi. Fu uno dei più grandi scrittori del Novecento e rileggere le sue opere ci fa entrare in un viaggio senza tempo, dove gli emozionanti paesaggi montani sono protagonisti di mondi in cui l’uomo è soltanto comparsa. Alla Schiara, la montagna che vedeva dal suo balcone di casa, dedicò lo scritto “L’amico Schiara”, mentre nella sua ultima opera “I miracoli di Val Morel”  Buzzati trae ispirazione dai paesaggi solitari e misteriosi della Valmorel, in comune di Limana.
Foto Agenzia Obiettivo

Mario Rigoni Stern raccontò invece l’Altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza. Nei suoi romanzi protagonisti sono i boschi, gli animali e le montagne che lo videro nascere, diventare uomo e partire soldato. Nella prefazione del romanzo più famoso “Il sergente della neve” ricorda così gli alberi di Villa Zecchin: “… stanchi di giocare ci sdraiavamo ai piedi dei Quattro larici e a voce alta leggevo libri di avventure; ognuno di noi era un personaggio: Corsaro Verde, Penna di Falco, Sandokan, Kim, il Capitano. Al tramonto salivamo tutti sulla cima degli alberi, ognuno aveva il suo, e, da lassù, si osservava in silenzio il cielo dove vagavano fantastiche nuvole rosse”.