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Musei Civici Eremitani

Padova Urbs Picta


Nella seduta del 24 luglio a Fuzhou, in Cina, il sito seriale Padova Urbs Picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Si tratta di un complesso di otto monumenti del centro storico di Padova, al cui interno sono conservati cicli pittorici ad affresco ad opera di Giotto, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona. Luoghi unici che raccontano la storia della Padova “dipinta” del XIV secolo.

 

La Cappella degli Scrovegni

Il ciclo pittorico della Cappella degli Scrovegni è considerato il capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo e rappresenta l’opera meglio conservata di Giotto. Eseguite tra il 1303 e il 1305, le pareti affrescate accompagnano il visitatore alla scoperta della vita della Vergine Maria e di Cristo con 39 scene dipinte; nello zoccolo della fascia inferiore delle navate vengono rappresentate 14 figure con i Vizi e le Virtù mentre sulla controfacciata   si viene rapiti dal maestoso Giudizio Universale. Opera rivoluzionaria di committenza borghese, privata e laica, la Cappella degli Scrovegni costituisce il modello per eccellenza dell’innovazione nella ricerca spaziale e della resa degli stati d’animo.

Cappella degli Scrovegni - Padova

Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani

Più semplicemente conosciuta come Chiesa degli Eremitani, perché un tempo l’annesso convento era meta di pellegrini di passaggio, nel Trecento era l’edificio sacro più affrescato della città di Padova. Il suo grandioso interno ad un’unica navata ospita gli affreschi del padovano Guariento di Arpo, conservati nella Cappella di Sant’Antonio abate e nella Cappella maggiore, e del fiorentino di Giusto de’ Menabuoi, conservati nella Cappella Cortellieri e nella Cappella Spisser (o Sanguinacci).

  

Palazzo della Ragione

Con le quattro grandi pareti interne di circa 2500 metri quadrati di superficie completamente affrescata, il salone pensile del Palazzo della Ragione rappresenta il ciclo pittorico più ampio e il più articolato della serie candidata UNESCO. Nel Medioevo il Palazzo era la sede dei tribunali della città di Padova e all’inizio del XIV secolo il Comune incaricò Giotto di affrescare le pareti. Gli affreschi del maestro fiorentino rappresentavano soggetti astrologici collegati al tema della giustizia divina e terrena, un almanacco di segni zodiacali, pianeti e costellazioni ma andò purtroppo distrutto dal terribile incendio del 1420.  A ridipingere le pareti furono chiamati il padovano Nicolà Miretto e Stefano da Ferrara.

Palazzo della Ragione - Padova

Cappella della Reggia Carrarese

La Reggia Carrarese era la residenza della famiglia dei Carraresi, Signori di Padova, un imponente complesso architettonico che nel XIV secolo era un'autentica " isola" nel cuore della città, racchiusa da una cinta muraria a lungo camminamento. A decorare la Cappella privata dei principi da Carrara fu chiamato il Guariento che tra il 1355 e il 1350 la dipinse con un ciclo di affreschi raffigurante storie dell'Antico Testamento. Oggi quegli affreschi si possono ammirare nella Loggia Carrarese, sede dell’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti.

 

Battistero della Cattedrale

Il Battistero rappresenta un’importante testimonianza di committenza femminile: Fina de Buzzacarini, moglie di Francesco I il Vecchio da Carrara, incaricò della decorazione Giusto de Menabuoi, che qui realizzò il suo massimo capolavoro decorando ogni minimo spazio con affreschi incentrati sulla Storia della Salvezza. Particolarmente emozionante la grande cupola che rappresenta il Paradiso, con al centro  il Cristo Pantocratore circondato da angeli alati e disposti in cerchi concentrici, la Madonna accompagnata da una duplice schiera di angeli e da una triplice schiera di santi, facendo così simbolicamente da tramite tra Cristo e l’umanità.

Basilica e convento del Santo

Meta di pellegrinaggio e luogo di culto famoso in tutto il mondo, la Basilica del Santo non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni, però forse pochi sanno che custodisce le prime testimonianze pittoriche della presenza di Giotto a Padova. Nella decorazione del convento si può cogliere infatti come il maestro fiorentino avesse già posto le basi sulla prospettiva e nella resa degli spazi che esprimerà compiutamente poco dopo nella Cappella degli Scrovegni. Nella Basilica sono presenti i maggiori protagonisti della storia dell’affresco padovano del Trecento: Giotto, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona.


Oratorio di San Giorgio

L’interno dell’Oratorio viene completamente affrescato da Altichiero da Zevio insieme a Jacopo da Verona. La decorazione ad affresco dell’edificio, voluto dal Marchese Raimondo Lupi da Soragna come mausoleo di famiglia, è incentrata sulla Vita di Cristo e dei santi protettori della famiglia Lupi (San Giorgio, Santa Caterina e Santa Lucia). La qualità delle pitture, le soluzioni prospettiche, l’aderenza al dato reale fanno di questo ciclo un capolavoro talmente innovativo da anticipare le ricerche spaziali quattrocentesche.


Oratorio di San Michele

L’Oratorio di San Michele fu costruito sulle fondamenta di un edificio sacro di origine longobarda. Al suo interno sono conservati gli affreschi ad opera di Jacopo da Verona, pittore che si concentra nella cura dei dettagli naturalistici e ritrattistici e il cui linguaggio, pur intriso di sacralità, fa riferimento anche ad episodi di vita quotidiana. Il ciclo rappresenta scene tratte dalla vita della Vergine e di San Michele alle quali prendono parte anche i componenti della Signoria Carrarese e della famiglia de Bovi, i committenti.