Camminando tra i dolci sentieri di Torreglia, come dar torto dunque a Tommaseo che scrive “Tutto all’intorno avvince il poeta”. E come non provare la stessa emozione di Diego Valeri arrivando dalla pianura quando ci “si sente invadere da una commozione più grande, come davanti a un miracolo semplice, a un mistero in piena luce. I dolci colli son là, come un divinum munus, tra le pianure del cielo e della terra, azzurri e verdi, senza più corpo, lievi come nuvola: aerea siepe dell’infinito”.
Ugo Foscolo ci porta il suo Ortis con “Teresa, suo padre, Odoardo, la piccola Isabellina” che esclama “Io ho veduto la Natura più bella che mai“ mentre se ci giriamo ci può sembrare di vedere Lord Byron fermo davanti alla tomba del Poeta che dice “sollevate verso l’alto, su colonne, riposano/ le ossa dell’amante di Laura”.
Si può scegliere il fascino di città murate come Monselice “la rocca celeste” per Giorgio Bassani; oppure Este che per Ariosto nell’Orlando Furioso è “il bel luogo con augurio buono”. C’è infine chi può provare la stessa emozione di Widmann, uno dei tanti viaggiatori del Grand Tour che pensa che ad Arquà Petrarca “l’orizzonte sembra senza confini. Una notte d’estate su questo belvedere, sopra di sé il cielo sfavillante di astri, tutta la pianura rilucente per i milioni di lucciole e inoltre l’alitare profumato delle rose del giardino; veramente non si può pensare ad un miglior asilo per il poeta”.
Vuoi saperne di più? collegati al sito del Parco Letterario® Francesco Petrarca