Marrone di San Zeno DOP



Marrone di San Zeno DOP Nelle zone collinari i marroni hanno rappresentato per secoli uno dei principali alimenti: con la farina si preparavano infatti pane, pasta, dolci e polenta.

I frutti freschi erano arrostiti in padelle forate e, accompagnati al vino nuovo, diventavano emblema della festa di ringraziamento per l'annata agricola, dedicata a San Martino. Inoltre, in occasione del rito dei morti, a novembre, si confezionavano anche particolari biscotti e torte con la farina di castagne, i "castagnacci".

Testimonianze scritte della coltivazione del marrone di San Zeno risalgono al XIII, XIV, XVII e XIX secolo; esse individuano le zone tipiche di produzione, anche attraverso gli estimi catastali, e descrivono il prosperoso sviluppo dei castagni, nonché i metodi di raccolta e commercializzazione dei marroni sui mercati settimanali.

Questa tradizione ha ripreso vigore nel secondo dopoguerra: infatti, sin dagli anni '20, nel comune di San Zeno di Montagna si tiene durante il mese di novembre la tradizionale sagra del marrone.

La zona di coltivazione del marrone D.O.P. si trova sulle pendici del Monte Baldo veronese, tra il fiume Adige ed il lago di Garda, ad una altitudine compresa tra 250 e 900 m, con un clima mite influenzato dalla presenza benefica del lago. 

I castagneti - formati da piante molto grandi tra cui non è raro trovare alcuni interessanti esemplari secolari - crescono in terreni acidi, e il clima temperato-umido crea condizioni tali da conferire al prodotto le sue peculiari caratteristiche. I frutti si distinguono dalle altre castagne per la forma più ovale e più grande, per la qualità della polpa - pastosa, più dolce e gustosa - per il colore chiaro con striature brune e per la buccia sottile che si stacca facilmente

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